S. Savagnami. Paesaggio fiammingo
S. Savagnani. Paesaggio fiammingo.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_n7VM6nFDc_ZShmGHsBSgpH_g6dx9oRP-htA8d3Qs3fogyHn8VPKyOuwvx6bB4sKohiuTR5KewTPwhgTRmDfrifjRwXWQG_J9hnPUfAtPoKEhTCSrDtOL-yQAoQJ0N7dQ4bQOcd1a6fI/s400/modifica.jpg)
Il paesaggio classico pervenne ad una completa autonomia figurativa agli inizi del Seicento. Nei secoli precedenti la natura veniva utilizzata dai pittori come sfondo per complesse composizioni di storia sacra o profana. Si deve ad Annibale Carracci e al suo allievo Domenichino l'inizio di questo genere fortunato; essi realizzano opere nelle quali il paesaggio costituisce una comunicazione ideale tra uomo e natura. Contemporaneamente, la presenza a Roma di pittori fiamminghi costituì ad arricchire la ricerca naturalistica. Lo sviluppo espressivo del paesaggio classico di Annibale Carracci e Domenichino avvenne negli anni 1640/1660, quando giunsero a Roma due grandi artisti francesi, Nicolas Poussin e Claude Lorrain, che svilupparono il genere del paesaggio classico. Dal Poussin la natura è concepita con estremo rigore e chiarezza compositiva, oltre che a misura dei personaggi che la popolano. Il Lorrain, invece, perseguì la nobilitazione della natura: "Stando sdraiato nei campi prima dell'alba e fino a notte per imparare a rappresentare il dorato cielo mattutino, l'alba e il tramonto...". Egli fu maestro nell'interpretare la mutevolezza della luce a seconda delle stagioni e delle ore del giorno. il tema del paesaggio classico e ripreso dalla scuola napoletana e, con particolare originalità, dal pittore Salvato Rosa (1615-1673), il quale sviluppa una nuova interpretazione soggettiva e romantica del mondo naturale. Il dipinto "Paesaggio fiammingo" del Museo Morelli di San Marco Argentano, più che alla scuola fiamminga, è avvicinabile alla scuola napoletana. Esso, infatti, ricorda molto da vicino un paesaggio di Salvator Rosa, acquistato a Roma nel mercato antiquario, nel 1962.
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Il paesaggio classico pervenne ad una completa autonomia figurativa agli inizi del Seicento. Nei secoli precedenti la natura veniva utilizzata dai pittori come sfondo per complesse composizioni di storia sacra o profana. Si deve ad Annibale Carracci e al suo allievo Domenichino l'inizio di questo genere fortunato; essi realizzano opere nelle quali il paesaggio costituisce una comunicazione ideale tra uomo e natura. Contemporaneamente, la presenza a Roma di pittori fiamminghi costituì ad arricchire la ricerca naturalistica. Lo sviluppo espressivo del paesaggio classico di Annibale Carracci e Domenichino avvenne negli anni 1640/1660, quando giunsero a Roma due grandi artisti francesi, Nicolas Poussin e Claude Lorrain, che svilupparono il genere del paesaggio classico. Dal Poussin la natura è concepita con estremo rigore e chiarezza compositiva, oltre che a misura dei personaggi che la popolano. Il Lorrain, invece, perseguì la nobilitazione della natura: "Stando sdraiato nei campi prima dell'alba e fino a notte per imparare a rappresentare il dorato cielo mattutino, l'alba e il tramonto...". Egli fu maestro nell'interpretare la mutevolezza della luce a seconda delle stagioni e delle ore del giorno. il tema del paesaggio classico e ripreso dalla scuola napoletana e, con particolare originalità, dal pittore Salvato Rosa (1615-1673), il quale sviluppa una nuova interpretazione soggettiva e romantica del mondo naturale. Il dipinto "Paesaggio fiammingo" del Museo Morelli di San Marco Argentano, più che alla scuola fiamminga, è avvicinabile alla scuola napoletana. Esso, infatti, ricorda molto da vicino un paesaggio di Salvator Rosa, acquistato a Roma nel mercato antiquario, nel 1962.
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